TERAMO – Mancanza di liquidità, mancanza di commesse, crediti non riscossi spingono verso il basso l’artigianato abruzzese, che torna ai livelli del 2002. La conferma arriva dallo studio realizzato per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci sui dati relativi a iscrizioni e cancellazioni di imprese nel secondo trimestre dell’anno. Mentre le micro imprese annaspano, le altre attività produttive sembrano aver ritrovato una certa vitalità. Rispetto allo stesso periodo del 2013, l’incremento delle imprese artigiane è stato molto modesto e peggiore rispetto anche allo stesso periodo dello scorso anno: in due anni è rimasto tutto fermo. Disomogeneo, sul piano territoriale, l’andamento di iscrizioni e cancellazioni di imprese artigiane nelle quattro province: L’Aquila e Teramo crescono rispettivamente di 13 e 17 unità, Pescara e Chieti decrescono di 15 e 9. Pescara registra per le imprese artigiane il peggior risultato (-15), per il totale delle imprese (+347) il migliore. Gli incrementi più importanti registrati dalle imprese artigiane sono da ascrivere ai "servizi alla persona", "servizi per edifici e paesaggio" e industrie alimentari. Le flessioni più rilevanti sono registrate dai settori costruzioni, trasporti e prodotti in metallo. "Le imprese artigiane sono tornate come numero assoluto ai livelli del 2002, quando si era in piena espansione – analizza il direttore regionale Cna, Graziano Di Costanzo – Questo vuol dire che cinque anni di crisi, dal 2009, hanno lasciato 3.500 imprese e 10mila addetti. In termini di paragone, è come se fossero sparite la Sevel e il suo indotto. E quelle rimaste in vita hanno drasticamente ridotto gli organici. La Cna chiede alla Regione di rimettere in circolazione le poche risorse disponibili, soprattutto sul fronte del credito: i fondi Fas per i confidi già individuati, 14 milioni, promessi per fine 2013, vanno sbloccati subito. Inoltre va abbassata la pressione fiscale, con una riduzione drastica delle addizionali su Irpef e Irap, che hanno contribuito a fare dell’Abruzzo una delle regioni più tartassate d’Italia. Infine, visto il dramma del settore costruzioni, occorre imprimere alla ricostruzione dell’Aquila un’accelerazione senza precedenti".
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